L’inglese

L’inglese fin da piccoli

Proponiamo il bilinguismo a scuola convinti che imparare una seconda lingua nel periodo di massima flessibilità del cervello aiuti a mantenere la mente elastica e aperta alle nuove esperienze, ciò aiuta anche a essere più socievoli e concentrati.

Conoscere una seconda lingua non significa solo ascoltare, capire e farsi capire, ma entrare in contatto con una cultura diversa dalla nostra: questo aiuta il bambino a sviluppare la cosiddetta neuroplasticità, ovvero la capacità del sistema nervoso di adattarsi con facilità agli stimoli esterni.

Le lingue sono un fenomeno sociale e per questo vanno imparate in compagnia di coetanei. Si gioca insieme, si ascolta insieme, si canta insieme, si sperimenta stando insieme; le insegnanti parlano in inglese, ma non fanno didattica, semplicemente mettono i bambini nella condizione di ascoltare e predisporsi al comprendere senza forzature.

Imparare le lingue è divertente!

«Fino ai tre-quattro anni di età – spiega Paolo Balboni, docente di glottodidattica all’Università Ca’ Foscari di Venezia – le strutture di base di una lingua si fissano nel cervelletto e vi restano per sempre. Se un bambino impara a percepire e a distinguere i suoni caratteristici di un idioma, non rischierà, crescendo, di diventare sordo a quei suoni e a differenze quasi impercettibili (come leave e live, cup e cap, parole inglesi che, pur avendo una pronuncia simile, hanno significati diversi)».

«Per la fonologia – dice Paola Palladino, docente di psicologia dell’apprendimento dell’Università di Pavia – la prima infanzia è un periodo cruciale, probabilmente unico».